di Raffaele Cappuccio
L’Unione europea come capro espiatorio di tutti i problemi degli europei. Ma se non si riesce a trovare una soluzione comune, ad esempio, sulla questione degli immigrati nordafricani è solo responsabilità di posizioni egoiste degli stati membri. E non delle istituzioni comunitarie. Ne sono convinti Antonio Tajani ed Emma Bonino, che sono intervenuti al dibattito “Europe: the insider view”, andato in scena nella sala dei Notari di Palazzo dei Priori a Perugia. Il vecchio continente visto e raccontato dagli occhi di due protagonisti del processo di formazione dell’Ue. Una discussione fatta di esperienze vissute sulla propria pelle: Tajani è l’attuale commissario europeo all’industria; Emma Bonino è stata componente della Commissione dal 1995 al 1999.
Una posizione comune sugli immigrati – “Ho l’impressione che parlare male dell’Europa sia utile per ottenere più voti”, è la provocazione di Marco Zatterin, firma della Stampa di Torino, che insieme con la giornalista Anna Piras hanno incalzato Antonio Tajani ed Emma Bonino con domande sui temi più caldi degli ultimi tempi: l’immigrazione, la ricerca, la protezione del “know how” delle imprese del vecchio continente. La senatrice si è soffermata sulla questione dei profughi africani che stanno arrivando in Italia, sostenendo che il “nostro paese ha bisogno degli immigrati perché danno nuova linfa”. I dati parlano di un’Italia con un basso tasso di natalità, compensato in parte proprio dai flussi migratori. Forze fresche che si attivano in settori poco qualificati. Lì dove gli italiani non hanno interesse a trovare lavoro.
L’accuratezza dell’informazione – Spesso però si attribuiscono ingiustamente delle colpe all’Unione, che, di fatto, non ha. Alla base c’è una mancanza di chiarezza su chi è davvero responsabile di alcune scelte. Si parla di Commissione europea e stati membri, senza le dovute distinzioni. “Sulla questione degli immigrati la Commissione europea ha avuto una posizione chiara – argomenta Tajani – A non esseri omogenei sono i singoli stati”. Una situazione di confusione favorita anche da un’informazione, spesso, non preparata. La rappresentanza della Commissione europea in Italia punta a risolvere questi problemi, incentivando una formazione accurata delle nuove generazioni di giornalisti. Ne è una testimonianza il primo premio giornalistico indetto in collaborazione con l’Agsp (Associazione giornalisti Scuola di Perugia). A vincere è stato Paolo Riva con un articolo sulla questione dei rifugiati a Roma. Seconde classificate due allieve della scuola di Perugia, Giulia Serenelli ed Elisabetta Terigi.