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Europa unita: un sogno concreto

Come la buona informazione aiuta a comprendere le buone pratiche degli organismi comunitari. L’incontro al Festival di Perugia organizzato dall’Associazione dei giornalisti Scuola di Perugia (Agsp) e la Rappresentanza in Italia della Commissione europea. Al tavolo dei relatori due dei protagonisti delle dinamiche dell’Unione: Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea, e Enzo Moavero Milanesi, ministro per gli Affari europei.

Raffaele Cappuccio

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Uffici stampa e portavoce, dietro le quinte della politica

Passione per la politica e stima per le persone che si seguono: sono gli ingredienti fondamentali per un buon portavoce. Se ne è parlato questa mattina nella sala Lippi in un incontro organizzato dall’Associazione giornalisti Scuola di Perugia (Agsp).«Non ci deve essere necessariamente una sovrapposizione di ideali, ma è molto difficile rappresentare una persona che non si stima», spiega Monica Macchioni, portavoce per il Pdl. «Occorre una sinergia fra le due figure, altrimenti il gioco non funziona».

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L’Europa e l’incubo dell’austerità

Il destino dell’Unione europea mai come in questi mesi è indecifrabile. Il progetto di un’Europa unita politicamente è ancora solo un sogno, mentre i governi degli Stati membri continuano a fare i conti con l’incubo dell’austerità economica. Al Festival del giornalismo di Perugia se n’è parlato nell’incontro “Europa: morte o rinascita politica?”, organizzato dall’Associazione giornalisti Scuola di Perugia (Agsp) in collaborazione con la Rappresentanza in Italia della Commissione europea.

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La repubblica dei portavoce

Il mondo dell’informazione politica visto dai suoi protagonisti. Da una parte chi si occupa della comunicazione dei politici, dall’altra i giornalisti.

Annalisa Fantilli Ilaria Esposito

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Il ministro Moavero Milanesi riflette sull’Unione Europea

All’ingresso del panel sull’Ue organizzato dall’Associazione Giornalisti scuola di Perugia, il ministro Affari europei parla dell’attuale situazione economica europea e della posizione italiana in sede comunitaria.


Luca Cesaretti

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L’Aquila dimenticata

Al Festival del giornalismo si parla dell’Aquila a tre anni dal terremoto che l’ha distrutta. Da allora non è cambiato quasi niente, la città è ancora in macerie. Del miracolo delle ricostruzione, di cui tanto si è parlato nei primi mesi dal sisma, non c’è traccia. Proprio di questo si è discusso durante l’incontro ‘L’aquila dimenticata’ organizzato dall’associazione giornalisti della scuola di Perugia. A moderare c’era la cronista abruzzese Roberta Mancinelli e  tra gli ospiti il rettore dell’università aquilana, Ferdinando Di Orio, la giornalista del Corriere della Sera Stefania Ulivi, il freelance Angelo Venti e il fotoreporter Stefano Schirato e il volto del Tg1 Maria Luisa Busi.

Chiara Garzilli / Eleonora Mastromarino

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L’Aquila non può essere una nuova Pompei

L’Aquila è stata distrutta dal terremoto che l’ha colpita il 6 aprile del 2009. La città è ancora in macerie, del miracolo delle ricostruzione, di cui tanto si è parlato nei primi mesi dal sisma, non c’è traccia. Proprio di questo si è parlato oggi nell’incontro ‘L’aquila dimenticata’ organizzato dall’associazione giornalisti della scuola di Perugia. A moderare c’era la cronista abruzzese Roberta Mancinelli e  tra gli ospiti il rettore dell’università aquilana, Ferdinando Di Orio, la giornalista del Corriere della Sera Stefania Ulivi, il freelance Angelo Venti e il fotoreporter Stefano Schirato e il volto del Tg1 Maria Luisa Busi.

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Una rivoluzione non fa primavera

Nel video un breve sunto dell’incontro “Primavera araba. Una rivoluzione incompleta”, organizzato dall’Associazione dei giornalisti della Scuola di Perugia e moderato da Antonio di Bartolomeo.

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Quanto del nostro Pil è Prodotto Interno Mafia

I modi per far soldi cambiano. E le mafie s’attrezzano. Hanno avuto fiuto per il business del Texas Holdem Online, delle sale giochi, della “Darknet”, dell’eolico. Si muovono con sicumera in contesti globali e locali. Molto più rapidamente e scaltramente della nostra economia legale. Secondo una stima di Confesercenti, la criminalità organizzata fattura 140 miliardi all’anno, il quindici per cento del Pil. Un’attività che non conosce crisi né concorrenza. Se c’è, viene liquidata manu militari. Dal fondo dello stivale, i sistemi di pensiero mafiosi di cui parlava Sciascia sono traghettati al Nord, che s’abitua in fretta a o’sistema. Aggirare le regole, cercare la scorciatoia, innalzare piramidi extra legem che scavalcano i confini nazionali. Duisburg non è un caso isolato. Continua a leggere

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TUTTI CONTRO L’EUROPA

di Raffaele Cappuccio

L’Unione europea come capro espiatorio di tutti i problemi degli europei.  Ma se non si riesce a trovare una soluzione comune, ad esempio, sulla questione degli immigrati nordafricani è solo responsabilità di posizioni egoiste degli stati membri. E non delle istituzioni comunitarie. Ne sono convinti Antonio Tajani ed Emma Bonino, che sono intervenuti al dibattito “Europe: the insider view”, andato in scena nella sala dei Notari di Palazzo dei Priori a Perugia. Il vecchio continente visto e raccontato dagli occhi di due protagonisti del processo di formazione dell’Ue. Una discussione fatta di esperienze vissute sulla propria pelle: Tajani è l’attuale commissario europeo all’industria; Emma Bonino è stata componente della Commissione dal 1995 al 1999.

Una posizione comune sugli immigrati – “Ho l’impressione che parlare male dell’Europa sia utile per ottenere più voti”, è la provocazione di Marco Zatterin, firma della Stampa di Torino, che insieme con la giornalista Anna Piras hanno incalzato Antonio Tajani ed Emma Bonino con domande sui temi più caldi degli ultimi tempi: l’immigrazione, la ricerca, la protezione del “know how” delle imprese del vecchio continente.  La senatrice si è soffermata sulla questione dei profughi africani che stanno arrivando in Italia, sostenendo che il “nostro paese ha bisogno degli immigrati perché danno nuova linfa”. I dati parlano di un’Italia con un basso tasso di natalità, compensato in parte proprio dai flussi migratori. Forze fresche che si attivano in settori poco qualificati. Lì dove gli italiani non hanno interesse a trovare lavoro.

L’accuratezza dell’informazione – Spesso però si attribuiscono ingiustamente delle colpe all’Unione, che, di fatto, non ha. Alla base c’è una mancanza di chiarezza su chi è davvero responsabile di alcune scelte. Si parla di Commissione europea e stati membri, senza le dovute distinzioni. “Sulla questione degli immigrati la Commissione europea ha avuto una posizione chiara – argomenta Tajani – A non esseri omogenei sono i singoli stati”. Una situazione di confusione favorita anche da un’informazione, spesso, non preparata. La rappresentanza della Commissione europea in Italia punta a risolvere questi problemi, incentivando una formazione accurata delle nuove generazioni di giornalisti. Ne è una testimonianza il primo premio giornalistico indetto in collaborazione con l’Agsp (Associazione giornalisti Scuola di Perugia). A vincere è stato Paolo Riva con un articolo sulla questione dei rifugiati a Roma. Seconde classificate due allieve della scuola di Perugia, Giulia Serenelli ed Elisabetta Terigi.

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