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Facebook è un diritto ma anche un rischio. La democrazia elettronica vista da Rodotà

Orwell ad Atene, il grande paradosso di oggi. L’occhio impietoso del Grande Fratello che ci osserva all’interno di uno spazio pubblico e condiviso. Democrazia e tecnologia possono convivere? Una domanda che si pone Stefano Rodotà, costituzionalista e docente all’università La Sapienza di Roma. Affiancato dal presidente della Fondazione Ahref, Luca De Biase, al Teatro Pavone, il professore affronta il tema dell’intreccio tra partecipazione, media e  potere nell’era della conoscenza. Continua a leggere

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Ambiente e giornalismo. Un progetto dal basso per raccontare l’Italia

I nuovi linguaggi giornalistici si confrontano sul tema dell’ambiente. Al Festival internazionale del giornalismo di Perugia nella Sala Raffaello dell’Hotel Brufani si sono confrontati Mario Tozzi, noto geologo e divulgatore, Caterina Vinci della redazione web Tv dell’Enea, Marco Fratoddi, direttore de La Nuova Ecologia, e Federico Ascari, del progetto di Telecom Italia “A voi comunicare”.

Il progetto “Itali@mbiente” – Mario Tozzi ha parlato di un nuovo modo di fare giornalismo ambientale: «Anni fa ci venne in mente di raccontare lo stato dell’ambiente in Italia che da giardino d’Europa sembrava stesse diventando quasi una discarica d’Europa». Da qui l’idea di fare un film, un documentario. «Il disagio ambientale è stato sempre documentato dai giornalisti – spiega Tozzi – ma insieme al WWF abbiamo pensato di coinvolgere la gente comune che abita e quindi conosce il proprio territorio». La rete internet è stato lo strumento per raccogliere video girati in ogni parte del Paese, con qualsiasi tipo di strumentazione, dai cellulari alle telecamere HD. Essenziale la collaborazione di Telecom Italia che, attraverso la piattaforma “ Avoicomunicare.it”, da anni lavora con il popolo del web per campagne di sensibilizzazione su tematiche sociali.

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15 APRILE. SKETCHES DI UN VENERDì DI FEST…IVAL…

@ The hacker's corner, l'appuntamento con i segreti della rete@ Rassegna stampa, Metilparaben e Francesca Fornario al desk@ Rassegna stampa, Il pubblico@ Rassegna stampa, Alessandro Gilioli dà il buon esempio (anche perché non ha paura di leggere il Giornale)@ Rocca Paolina, La mostra "Il mondo ai tempi de 'La dolce vita'" # 2@ Rocca Paolina, La mostra "Il mondo ai tempi de 'La dolce vita'"
@ Sala stampa, la satira 'virale' de L'Unità@ The hacker's corner, Gli esperti della rete@ The hacker's corner, Cos'è successo a The pirate bay@ The hacker's corner, 'Be safe' in rete@Hotel Brufani, Una radio per l'Europa. Il "set"@Hotel Brufani, Una radio per l'Europa. I relatori
@Hotel Brufani, Una radio per l'Europa. ...ancora noi@Hotel Brufani, Una radio per l'Europa.I relatori@ Rassegna stampa con Metilparaben e Francesca Fornario. La salaSnobbati da Luca Sofri (che ha preferito le luci della tv official)@Hotel Brufani, Una radio per l'Europa. La sala@Hotel Brufani, Una radio per l'Europa. ...noi
@Hotel Brufani, Una radio per l'Europa. I relatori 2

a cura di Micol Pieretti. Tra le dritte degli hacker per dribblare la censura online e il nuovo progetto per una radio europea, qualche piccolo “è successo a noi”…

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COME AVVIARE UN SITO D’INFORMAZIONE DI SUCCESSO

di Riccardo Milletti

L’abbiamo chiesto a Francesca Folda, main editor del sito sky.it

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CARTA CONTRO WEB, IL FUTURO DEL GIORNALISMO

 di Claudia Bruno

“Il quotidiano tradizionale è in crisi perché ha perso il suo ruolo sociale di connessione fra le persone e diffusione di notizie e servizi; una funzione che ormai appartiene a internet”. Così inizia la sua lezione sulle “due informazioni” Giulio Anselmi, presidente dell’Ansa, intervenuto oggi al Teatro Pavone insieme alla giornalista Myrta Merlino. Un’ora di discussione sui problemi del giornalismo in Italia, sul futuro della carta stampata e sulla credibilità che i new media stanno acquisendo nel settore.

Diversi punti di forza – Se il quotidiano tradizionale può contare su autorevolezza e approfondimento, il giornale online ha dalla sua parte velocità e sintesi, valori necessari soprattutto per raggiungere il pubblico più giovane. Citando il magnate della comunicazione Rupert Murdoch, Anselmi ricorda infatti che c’è una nuova generazione di consumatori interessata ad avere notizie in modo diverso, scegliendo quando dove e come reperirle. Qui entra in gioco il web, che offre una facilità di accesso e fruizione delle notizie sconosciuta alla carta stampata. Diverso il discorso per i blog che, escludendo casi eclatanti come l’Huffington Post, restano per lo più contenitori di opinioni e commenti personali.

Citizen Journalism e inchiesta – Anselmi ha parole positive per il citizen journalism, che ha un forte valore civile e rende noti fatti altrimenti relegati a piccole realtà locali. “Quello che conta, in ogni momento storico, non è lo strumento ma la qualità della notizia e di chi la riporta. I giornali tradizionali non hanno più la forza di condurre grandi inchieste, di trovare, scegliere e raccontare storie significative. È indispensabile recuperare valori importanti come l’obiettività – oggi messa da parte in nome di un giornalismo più schierato – per offrire ai lettori la migliore versione possibile della realtà”.

Una stagione di passaggio – Nel campo dell’informazione, secondo il presidente dell’Ansa, al momento convivono il peggio del vecchio e del nuovo, come avviene in tutti i periodi di transizione: internet non riesce a superare una certa approssimazione, mentre la carta stampata perde qualità. Ma il futuro lascia un margine di ottimismo, a patto che si ritrovino qualità, approfondimento e passione per questo lavoro.

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TABLET. PROFIT O NON PROFIT, QUESTO È IL PROBLEMA

di Eleonora Mastromarino

Sono già 15 milioni le persone che hanno un tablet. La tavoletta inventata dalla Apple ha costretto l’informazione a misurarsi con l’innovazione per inventare nuovi contenuti adatti al gadget. Se ne è parlato oggi al Festival del Giornalismo di Perugia con Luca De Biase, direttore di Nova24 de Il Sole 24 Ore, Claudio Giua, direttore di sviluppo e innovazione per il Gruppo l’Espresso, e Anna Massera direttore de la stampa.it.

Tablet risorsa – Non sfuggono a nessuno le enormi potenzialità del nuovo strumento che però devono ancora essere scoperte, ma soprattutto utilizzate, tutte. Infatti in Italia si comincia solo ora a parlare di news in formati destinati solo all’i-pad. Nova, come racconta De Biase, attraverso la versione per i-pad, sperimenta nuovi formati di narrazione che rinuncino alla classica colonna in favore di design, interattività e multimedialità. Il dato che secondo il direttore di Nova deve servire da guida è il tempo che i lettori trascorrono in media sui diversi prodotti: solo 70 secondi per il proprio giornale web e 25 minuti sul cartaceo. Il tablet si posiziona nel mezzo, perché il suo pubblico è un pubblico rilassato e più tranquillo che, potendo avere il giornale sempre a disposizione, decide di dedicargli più tempo di un “classico” giornale on-line.

Tablet a pagamento– L’aspetto economico è uno dei più interessanti quando si parla di tablet e di informazione. Tutti e tre i direttori confermano che le entrate ripagano le spese sostenute fino a questo momento. In particolare Giua descrive l’i-pad come una possibilità per distribuire contenuti attraverso una piattaforma che sia retribuita, a differenza dei prodotti internet tanto diffusi ma poco, se non per nulla, pagati. Ma anche il tablet comincia a mostrare le sue insidie. Alcuni ricercatori di Vancouver hanno inventato una nuova applicazione: Zeit. Si tratta di un aggregatore di notizie molto più potente e dettagliato di google-news. L’app canadese, però, non rimanda al giornale originale ma copia i contenuti fornendoli con una grafica certamente molto più fruibile e semplice, ma che fa perdere utenti a chi quei contenuti li ha prodotti. Con questa e altre app, il mondo dell’editoria deve fare i conti. E l’unica soluzione sembra essere fornire un prodotto di così alta qualità da convincere l’utente che è valsa la pena di pagare per ottenerlo.

Tablet e contenuti limitati – Molto critica con la Apple è stata invece Anna Massera. Secondo la direttrice de la stampa.it, l’i-pad rimane uno strumento d’elite perché ancora troppo caro, il che limita non poco il pubblico potenziale che pure il mezzo consentirebbe di raggiungere. Inoltre, dover affidare tutti i contenuti all’azienda di Cupertino, perché possano essere distribuiti nella loro piattaforma, limita in parte la libertà editoriale del giornale, che subisce un controllo successivo e esterno alla redazione. Senza contare che per qualsiasi modifica bisogna contattare la California e anche i più piccoli cambiamenti richiedono settimane. Nonostante le critiche però, la sfida tablet rimane aperta. Se tutti i grandi gruppi editoriali hanno deciso di investire in questo settore è perché a nessuno sfugge che il futuro è in una tavoletta touch screen.

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GUIDO SCORZA: «INTERNET HA MOLTI NEMICI»

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